Freddo nelle ossa by Kathy Reichs

Freddo nelle ossa by Kathy Reichs

autore:Kathy Reichs [Reichs, Kathy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-03-24T12:00:00+00:00


21

«Avevo ragione io?» Certissima di non aver sentito bene.

«Già.»

«Su cosa?»

Slidell indicò con un ampio gesto la scena alle nostre spalle. «Cioè, tutta questa faccenda non ti ricorda niente?»

«In che senso?»

«Io e te abbiamo seguito un suicidio che assomigliava moltissimo a questo. Avvelenamento da CO, proprietario di casa morto al volante dell’auto dentro il suo garage. Solo che poi non era un suicidio.»

D’un tratto mi tornò in mente tutto. Il nome dell’uomo, il viso cinereo, gli occhiali fracassati sul tappetino ai suoi piedi.

Questa nuova situazione mi toccava troppo da vicino, mi aveva sconvolta al punto che non avevo notato i parallelismi.

Slidell invece li aveva visti.

«Il dottor Ajax» dissi.

Lui annuì. Poi, a denti stretti, come se l’ammissione potesse fargli venire un’afta in bocca: «Mi sa che ci hai preso. Boldonado, la Kwalwasser, Sanchez. Più quella ricerca scolastica da psicopatici sullo scuolabus».

«Pensi che mi sia tirata addosso un imitatore?»

«Penso che ti sei tirata addosso una roba brutta.»

In quell’istante accaddero due cose.

Un raschio di rotelle ci indusse entrambi a voltarci. Hawkins e Sandford avanzavano sul vialetto con la barella. La sacca, ora assicurata con delle cinghie, era rigonfia del suo ingombrante contenuto.

E, contemporaneamente, dei minuscoli chicchi ghiacciati cominciarono a pungerci la faccia.

«C’è dell’altro.» Iniziai a raccontare a Slidell del secchio.

«Non qui, mi sto gelando il culo.»

«Andiamo a casa mia, faccio un caffè.»

«Molto meglio.»

Un quarto d’ora dopo eravamo seduti al tavolo della cucina. Slidell non si era fatto mancare nessuna osservazione sulle mie abilità di barista. Non in termini così urbani, naturalmente.

Birdie gli girava tutto intorno alle caviglie: in base a chissà quale logica felina, il mio gatto nutre una profonda stima nei confronti di Skinny. Vai a sapere.

Slidell soffiò sulla tazza, poi tracannò rumorosamente il caffè. «Adesso spiegami con calma, senza farmi chiamare un interprete.»

«Ti ricordi un mio caso di qualche anno fa, per la contea di Burke?» Misurata, anche se avevo il cuore a mille. «Un secchio di cemento con dentro una testa umana?»

«Una banda di montanari fuori di testa, giusto?»

«Sì.»

«Però la testa non c’era.»

«Ma c’era stata.» Feci una pausa. «Giovedì una vicesceriffa della contea di Burke ha inviato all’istituto un altro secchio. Trovato nello stesso posto del primo.»

«Il belvedere?»

«Wiseman’s View.»

«Ma come cazzo fai a cacciarti sempre in que…»

«Piantala!»

«D’accordo. Torniamo indietro un attimo. Quand’è cominciata tutta ’sta faccenda?» Tirando fuori il taccuino a spirale e un mozzicone di matita.

«Il primo indizio è stato il bulbo oculare.»

«Alla faccia dell’indizio. Rinfrescami la memoria. È successo…?»

«Il giorno che Katy ha traslocato, il 30 gennaio.» Dirlo ad alta voce mi procurò un crampo allo stomaco.

Slidell inumidì la punta della matita sulla lingua, si prese un appunto, rialzò gli occhi.

«Poi c’è stata la testa nella latrina. Certo, il nesso fra testa e occhio è evidente, però la testa l’avevano buttata via, mentre l’occhio l’hanno conservato più a lungo e poi me l’hanno recapitato.»

«Ed era della Kwalwasser» disse lui.

«Esatto.»

«La testa è scomparsa dal crematorio quando?» continuò Skinny. Birdie aveva smesso di gironzolargli fra le caviglie e si era messo a leccare l’acqua che gli aveva formato una pozza intorno alle scarpe.



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